Qui sotto il link al video della serata
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Lunedì 27 maggio la nostra Associazione ha avuto il piacere e l’onore di ospitare il Generale Mori e il Colonnello De Donno per la presentazione del libro scritto a due mani “La Verità sul Dossier Mafia Appalti”.
L’evento ha registrato una straordinaria partecipazione di pubblico, con la sala gremita di persone a testimonianza del grande interesse suscitato dal tema e dall’autorevolezza degli ospiti.
Il Generale Mori e il Colonnello De Donno, uomini di assoluta fiducia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, furono protagonisti in prima fila nella lotta contro Cosa Nostra nei suoi anni più sanguinosi, quelli in cui sotto i colpi della mafia stragista dei Corleonesi, caddero magistrati, politici, giornalisti, uomini delle forze dell’ordine e comuni cittadini.
Eppure, sono noti al grande pubblico soprattutto per il processo sulla presunta “Trattativa Stato-mafia”, concluso con la loro completa e definitiva assoluzione. Oggi, finalmente, possono raccontare cosa c’è dietro alla persecuzione giudiziaria e mediatica che hanno subito, e lo fanno attraverso il loro libro “la Verità sul Dossier Mafia-Appalti”.
Si tratta di un’importante e dettagliata ricostruzione delle indagini intraprese dai carabinieri del Ros, guidati dal Gen. Mori e dal Col. De Donno, volta a svelare lo stretto intreccio tra parte del mondo politico, mafia e di alcune imprese che mirava a mettere le mani sul fiume di denaro che girava intorno agli appalti pubblici in Sicilia e che sfociarono nell’informativa denominata Mafia-Appalti, oggetto del libro.
L’informativa fu fortemente appoggiata da Giovanni Falcone, che ne parlò diffusamente in Commissione Antimafia e anche in un convegno a Palermo, circostanze in cui sottolineò come questa indagine andasse a colpire il cuore pulsante degli interessi economici di Cosa Nostra. L’importanza che Falcone attribuiva a questo dossier è testimoniata anche dal fatto che volle consegnarlo lui stesso nelle mani del Procuratore capo di allora, il dottor Giammanco, nel febbraio del ‘91, periodo nel quale stava lasciando Palermo per trasferirsi al Ministero di Grazia e Giustizia.
Ma nella magistratura siciliana ci fu qualcuno che frenò a più riprese e successivamente archiviò senza giustificazioni la pista, ancora tutta da percorrere, che stava svelando il vero volto della mafia. Uno sconvolgente sistema corruttivo istituzionalizzato che, in tutta Italia, depredava le risorse pubbliche a vantaggio di selezionate cricche di politici e imprenditori, e di cui Cosa Nostra rappresentava il braccio armato.
Dopo la tragica morte di Falcone, Paolo Borsellino ne raccolse il testimone e decise di riprendere in mano il Dossier chiedendo a questo scopo la collaborazione di Mori e De Donno. Si mise in contatto, inoltre, con Antonio Di Pietro, perché aveva visto la connessione tra la nascente Mani Pulite e le indagini svolte dal Ros in Sicilia, e i due si accordarono per incominciare una collaborazione in questo senso al più presto. La tragica morte di Borsellino, il 19 luglio del ‘92, troncò per sempre il proseguimento e lo sviluppo di queste indagini, ma d’altra parte la Procura di Palermo ne aveva già decretato la fine, chiedendo l’archiviazione del Dossier fin dal 13 di luglio. Nessuno, tuttavia, ne fece parola con Borsellino, nonostante questi, nella riunione in Procura del giorno immediatamente successivo, ne avesse chiesto ripetutamente conto, informandosi sullo stato delle indagini e sulle strategie che si volevano adottare.
Il 23 luglio, appena tre giorni dopo la morte di Borsellino, Il procuratore Giammanco inoltrò la richiesta di archiviazione del Dossier che fu eseguita in tutta fretta il 14 agosto, nel pieno del Ferragosto palermitano.
Tuttavia, se è vero che, come afferma il generale Mori, “la Giustizia non è ingiusta, è solo lenta”, ora la verità sta venendo a galla: è stata infatti la sentenza dell’ultimo processo che si occupa della strage di via d’Amelio, il cosiddetto Borsellino Quater, a indicare proprio nel dossier Mafia-Appalti e nella volontà del magistrato di occuparsene, la causa più probabile della sua morte ad opera di Cosa Nostra.
In conclusione, possiamo dire che “La Verità sul Dossier Mafia-Appalti” è il racconto documentato e coinvolgente di queste indagini raccontate dalla voce diretta dei suoi protagonisti, due uomini che per questo hanno pagato un prezzo altissimo, un’autentica persecuzione giudiziaria durata oltre vent’anni e da cui sono sempre usciti a testa alta.
Il pubblico ha seguito con grande attenzione e partecipazione, e al termine molti dei presenti hanno voluto rivolgere domande agli autori. Sono inoltre intervenuti il dottor Cuno Tarfusser, della Procura Generale di Milano e il dottor Guido Salvini, magistrato che a lungo collaborò con il Generale Mori negli anni della lotta al terrorismo, che hanno espresso stima e profonda solidarietà al generale per la nuova sfida giudiziaria che si sta profilando in queste ultime settimane.
L’Associazione Mille desidera ringraziare tutti coloro che hanno partecipato all’evento, contribuendo al suo successo e dimostrando, ancora una volta, quanto sia importante mantenere viva l’attenzione e l’impegno su tematiche così cruciali per la nostra società. Un ringraziamento speciale va al Generale Mori e al Colonnello De Donno per la loro disponibilità e per il prezioso contributo offerto con il loro libro.








