Mercoledì 5 febbraio, a Milano, presso il Circolo Filologico, si è svolto un evento di promozione dell’Associazione Rondine, un’organizzazione che promuove la riduzione dei conflitti armati e la diffusione di una metodologia innovativa per la trasformazione pacifica dei conflitti in qualsiasi contesto.
L’impegno di MILLE nei confronti di Rondine nasce dalla profonda comprensione del momento storico che stiamo vivendo, fortemente segnato da tensioni geopolitiche, etniche, religiose ed economiche, che hanno riportato la guerra nella quotidianità dell’Occidente. Questo impegno è stato mosso dalla volontà di essere parte attiva nella risoluzione dei problemi economico-sociali che ne sono la causa.
L’Associazione Milanesi Liberi Europei ritiene che l’attività dell’Associazione Rondine Cittadella della Pace sia particolarmente rilevante nell’attuale contesto e si è quindi fatta promotrice di questo evento, un incontro fortemente voluto da Alberto Belli Paci, vicepresidente di Mille, che, come lui stesso ha ricordato durante la serata, conobbe Rondine grazie alla madre, Liliana Segre.
«Ho scoperto una realtà incredibile con un’infinità di giovani provenienti da tutte le parti del mondo che, grazie al Metodo Rondine, stavano facendo un’esperienza che ha catturato la mia vita. Un Metodo che permette di trasformare la tragedia, la paura e l’odio in energia positiva, in qualcosa che trasforma l’uomo da odiatore o assassino a amico dell’altro. Si scopre che l’altro non è solo qualcuno che gli hanno insegnato ad odiare, ma una persona, persino un amico.»
Il nostro vicepresidente, Belli Paci, ha ricordato che «bisogna partire dal piccolo per cambiare le cose in grande, entrando in empatia con l’altro. Questo è il patrimonio che porta Rondine», concludendo il proprio intervento introduttivo e evidenziando come Rondine sia stata, ed è, un percorso di vita, una realtà che lo ha appassionato e anche profondamente cambiato.
Ma chi è e di cosa si occupa Rondine? La mission dell’associazione è forse ancora più forte ed efficace proprio grazie al carattere “quasi utopico” dello scopo primo: creare un mondo senza guerre, nel quale ogni individuo possieda gli strumenti per affrontare i conflitti in modo positivo e creativo. Perché un tale difficile e nobile scopo diviene un impegno al quale consacrare la propria esistenza.
Grande entusiasmo è stato trasmesso anche dalla dott.ssa Elena Buscemi, Presidente del Consiglio Comunale di Milano, che ha portato i saluti istituzionali manifestando la propria ammirazione per Rondine. “Una realtà che già ammiravo per il coraggio di portare avanti questo metodo controcorrente. Relazione, superamento dei conflitti sono questioni importanti e difficili. Ringrazio Rondine anche a nome dell’amministrazione comunale per essere qui a raccontare la propria esperienza e per trasmettere un messaggio di speranza e di lavoro collettivo.”
Lilli Franceschetti, presidente e cofondatrice della Smart Future Academy, ha ripercorso con il Presidente e Fondatore di Rondine, Franco Vaccari, la storia e le attività di Rondine. Nata nell’omonimo borgo toscano, con l’idea di permettere a giovani “nemici” appartenenti a popoli in guerra di convivere e studiare insieme per imparare a superare l’odio e costruire insieme un futuro di pace, attraverso un’esperienza di vita quotidiana, educazione, formazione e ricerca, Rondine prepara generazioni di nuovi leader, capaci di promuovere il dialogo, la convivenza pacifica e la cooperazione internazionale, contribuendo a ridurre i conflitti armati e sociali e generando un impatto positivo sulla società globale.
«Se dovessi salvare una parola in tutto il mondo, sarebbe “insieme”», ha dichiarato Franco Vaccari. “Rondine nasce da un sogno che dei giovani avevano insieme. A Rondine i primi giovani russi e ceceni hanno accettato di stare insieme. Da 17 anni, giovani di tutto il mondo accettano con coraggio la sfida di dormire nello stesso luogo dove dorme il nemico. I giovani che vengono a Rondine sono liberi e responsabili, e dalla loro responsabilità nasce la fiducia, all’interno della quale possono esprimersi ed essere liberi, al contrario di quanto spesso accade nei luoghi di guerra. Nei luoghi di guerra – continua il Presidente di Rondine – si costruisce la propria identità sul fatto di essere nemici di qualcuno. La guerra può essere raccontata, ma va raccontata senza fomentare l’odio. Noi lavoriamo su questo, perché abbiamo capito che tutti siamo portatori sani di nemico. Tutti siamo a rischio nelle nostre relazioni, a rischio di ridurre l’altro a una nostra immagine. Invece, nella relazione l’altro mi tira fuori da me e tira fuori il meglio di noi.»
Ed è proprio nel solco del coraggio necessario a superare le proprie paure che è intervenuto Hamza, giovane bosniaco dello Studentato Internazionale di Rondine, con la sua testimonianza. «Il coraggio viene da dentro di noi. Sono nato in una famiglia musulmana, una famiglia bosniaca che non si fidava degli “altri”, coloro che l’avevano fatta soffrire durante il conflitto armato che abbiamo avuto in Bosnia-Erzegovina negli anni ‘90. Per me era come se non conoscessi “l’altro” nonostante vivessimo nello stesso Paese, avessimo lo stesso passaporto, la stessa carta d’identità, le stesse abitudini, il cibo, tutto ciò che condividevamo era nostro. In un primo momento mi sono fidato dei miei genitori, della mia famiglia, dei miei amici. Ma allo stesso tempo ero curioso. Così mi sono buttato. Avevo paura, ma questa è la definizione di coraggio: avere paura e affrontarla. Nella mia vita – continua Hamza – ho conosciuto molte persone dell’altra parte, ho costruito amicizie e ho capito che potevamo costruire insieme qualcosa che è stato rovinato: la pace. La diversità è un potente antidoto alla paura.»
Franco Vaccari ha poi concluso il proprio intervento ricordando quanto sia importante e decisivo «lavorare per spezzare la catena dell’odio.. Quello che ci può salvare è un’educazione piena di amore e di pazienza. Ognuno di noi può fare un passo, e non dobbiamo chiedere il cambiamento di tutto il mondo, ma quello piccolo di ognuno di noi. Non vogliamo lasciare questa esperienza a un pugno di giovani, abbiamo bisogno di tanti leader che pensino in modo diverso, e questo sarà possibile grazie ai tanti amici che troveremo per la strada, a partire da Milano.”












